CINEGIORNALI
La censura nelle attualità e nelle pubblicità del 1946 di Alfredo Baldi
Anche le attualità (o cinegiornali) e i film pubblicitari sono soggetti al controllo delle commissioni di revisione cinematografica. Le attualità nascono in pratica con il cinema stesso. In Italia hanno un grande sviluppo a partire dal 1927, con i Giornali LUCE. Nel dopoguerra nascono moltissime testate di attualità. Tra il 1946 e il 1978 vengono revisionati più di 8000 titoli, 116 dei quali subiscono provvedimenti censori. Le cause delle censure vanno individuate in un bonario erotismo, ma anche – soprattutto a cavallo del 1960 – per la beffarda ironia nei confronti dei politici e delle istituzioni civili e religiose. Vicissitudini pressoché analoghe occorrono ai film pubblicitari.
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Jacopetti e la censura di Luca Martera
Il caso Gualtiero Jacopetti, nel panorama cinematografico italiano, merita una menzione per il suo particolare stile di raccontare la realtà in aperto contrasto con la censura benpensante censorio degli anni ’60. L’irriverenza anticonformista di Jacopetti nel raccontare i fatti reali, mescolando satira, parodia, documentario, segna una rottura nel panorama giornalistico. Questa, però non viene ben accolta dalla censura che taglia, inesorabilmente, metri e metri di servizi di cinegiornali, che irridono e denunciano le contraddizioni di quegli anni. Il suo stile pungente tocca, infatti, diversi temi, dalla politica e dal giornalismo (si veda il caso Carlo Mazzarella) alle teste coronate, tendenza che continuerà a sostenere nei suoi lungometraggi, anch’essi colpiti drasticamente dalla censura.
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