MANIFESTI
La censura nei manifesti cinematografici di Maurizio Cesare Graziosi
Nel secondo dopoguerra aumenta la produzione cinematografica in Italia e, quindi, la produzione di manifesti cinematografici. Il corredo cinematografico per la promozione del film che veniva sottoposto alla revisione, che interveniva imponendo “ritocchi” ai manifesti, alle locandine e alle fotobuste per “rivestire” le nudità di attrici, far sparire gli oggetti o rappresentazioni disdicevoli per la morale dell’epoca. Altro aspetto che veniva esaminato dalla censura erano i cosiddetti “titoli ingannevoli”, ossia i film, che, distribuiti una prima volta, venivano immessi di nuovo in circolazione con altri titoli.
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