Il concetto di Censura lo si ritrova laddove la volontà artistica di espressione incontra l’intenzione governativa di controllo. La pratica censoria ha sfiorato la letteratura, il teatro, la pittura, senza dimenticare, inevitabilmente, il Cinema.
La Censura cinematografica nasce quasi contemporaneamente alla diffusione, in Italia, della Settima Arte e precisamente con il Regio Decreto n. 532 del 31 maggio 1914, attraverso cui viene approvato il regolamento per l’esecuzione della Legge Facta, fissando, così, la fisionomia dell’ordinamento censorio nazionale.
È con i cento anni a decorrere da questa data che il MiC – Direzione Generale per il Cinema – ha deciso di promuovere e sostenere la Mostra Virtuale Permanente per i Cento anni della Censura cinematografica in Italia, mettendo in evidenza quanto il concetto stesso di censura applicata ai grandi schermi sia mutato, passando da severo controllo politico e sociale ad una revisione cinematografica, più propriamente amministrativa. Consapevoli dell’enorme potenziale economico di ogni singola pellicola, gli stessi autori raggirano l’ostacolo censorio evitando, così, uno svilimento artistico ma anche, e soprattutto, finanziario della propria opera.
La Censura ha dunque abbandonato, nei decenni, molti dei suoi connotati intrinseci: dal ruolo di severa vigilanza politica, morale e religiosa (non a caso prima era il Ministro stesso che firmava di suo pugno i documenti), oggi le Commissioni di Revisione Cinematografiche hanno conservato dal passato, soprattutto, l’attenzione alla tutela dei minori che assistono alle pellicole.
Attraverso la Mostra, infatti, si è voluto sviluppare proprio questo aspetto, ossia quanto e come uno strumento statale, come quello della Censura, abbia agito su ciò che poi sarebbe diventato l’immaginario collettivo italiano e di un “certo modo” di fare cinema in Italia, offrendo a tutti la possibilità di poter accedere direttamente, senza mediazione alcuna, a molto di quel prezioso materiale conservato presso gli archivi della Direzione Generale per il Cinema.
È stato effettuato uno scrupoloso lavoro di analisi della straordinaria documentazione contenuta nei fascicoli delle pellicole presentati negli uffici di censura cinematografica, riscoprendo, grazie al lavoro di archivio, testimonianze preziosissime: dai carteggi originali elaborati dai più grandi registi italiani e mondiali sino alle istanze popolari di ritiro di pellicole allora considerate “oscene” dalla morale corrente; dai ricchi scambi epistolari tra produttori, enti di settore, Ministero, sino a liste dialoghi di pellicole passate ma anche recenti. Fascicoli interi che ci offrono un affresco del Cinema italiano e di quei valori sociali che lo hanno contraddistinto e che, se fino a ieri sono stati retaggio esclusivo dei cultori della materia, oggi, con questa mostra virtuale, si vuole aprire totalmente al mondo del web.
Un impegno, dunque, a dare uno statuto storico permanente a un lavoro che celebra l’evoluzione della Censura, sia come istituzione nazionale che come concetto sociale, tale da offrire a tutti coloro che vogliano approfondire la materia, una nuova lente culturale del Cinema in Italia.
Dal progetto di archiviazione della documentazione censoria “Italia Taglia”, da cui è scaturita l’idea della mostra, e con la collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, il MiC ha voluto dare fiducia all’entusiasmo di questa iniziativa con la reale prospettiva e l’augurio di poter continuare verso questa direzione, dando valore alla conservazione e, contemporaneamente, alla valorizzazione di questo ricco patrimonio.
Nicola Borrelli
Direttore Generale per il Cinema
Ministero della Cultura