Sala 2
IL SISTEMA CENSURA
Censura di Stato e valutazioni pastorali: una storia parallela di Massimo Giraldi
In Italia la censura di Stato e quella del mondo cattolico, sin dalla nascita del CUCE (Consorzio Utenti Cinematografici Educativi) nel 1926, percorrono strade che nel corso del tempo si intersecheranno più volte, sino a sovrapporsi in alcuni momenti. Il mondo cattolico comprende l’ingente potenziale del cinema sulle coscienze popolari, a difesa dell’educazione e dell’integrità della morale cristiana. Con la comparsa, sulle scene ecclesiastiche, di mons. Albino Galletto e l’avvento, nel quadro politico italiano, della Democrazia Cristiana, di cui Giulio Andreotti, sul piano cinematografico, diventa garante di una certa morigeratezza, nasce una perfetta mediazione tra Chiesa e Stato, che vedrà nascere veri e propri criteri di classificazione per le pellicole. Questa rete si allenterà dagli anni ’60 in poi, con l’apertura a una nuova morale cattolica.
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La censura nella distribuzione in 16mm: il caso San Paolo Film di Sabrina Negri
Nell’Italia del secondo dopoguerra il circuito di seconda visione fu fondamentale per la diffusione della cultura cinematografica. Scuole, parrocchie e cineclub proiettavano in16mm titoli che erano stati precedentemente distribuiti nei cinema tradizionali, ma anche film realizzati appositamente per il formato ridotto. Grazie al costo accessibile degli spettacoli e, soprattutto, alla possibilità di raggiungere anche aree geografiche svantaggiate, il 16mm avvicinò al cinema una buona parte della popolazione che non aveva accesso alle sale tradizionali. Numerose erano le società attive nel campo della distribuzione di titoli in formato ridotto, soprattutto negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale; tuttavia, la cattolica San Paolo Film si trovò ben presto a occupare una posizione egemonica sul mercato. Questo saggio offrirà una panoramica sul lavoro svolto dalla San Paolo nel secondo dopoguerra e prenderà in esame le strategie censorie della società, che aveva un proprio comitato di revisione, indipendente da quello ministeriale, le cui decisioni gettano una luce inedita sull’approccio al cinema da parte del mondo cattolico.
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